Gli artisti del 2023

JAIME MICHAELS

Jaime Michaels è uno dei più grandi esponenti della cosiddetta Americana, la tradizione musicale che sposa l’universo del rock, folk e blues nord americano. Cresciuto con la musica dei Kingston Trio, Peter Paul e Mary e Bob Dylan, la carriera di Jaime continuò tra i bar e i pub di Boston e Cambridge, dove incrociò artisti come Dave Von Ronk, Doc Watson, Livingston Taylor, Jonathan Edwards etc. Negli Anni 80 arrivò la svolta rock dando vita a una band nel South Carolina chiamata The Truly Dangerous Swamp Band, aprendo i concerti sempre di artisti blasonati quali Bonnie Raitt, Little Feat, Delbert McClinton etc.

Nel 1997 si trasferì a Santa Fe dove cominciò la sua carriera da songwriter.
In questi vent’anni ha registrato dodici dischi da solista e ogni lavoro è una sintesi di tutte le sue esperienze musicali e di ogni incontro fatto lungo la strada. Il suo album del 2016 Once Upon a Different Time, prodotto sempre da Jono rimane per 4 mesi nella Top Ten della prestigiosa classifica Americana del circuito delle radio folk e riceve molti premi e riconoscimenti venendo eletto miglior album dell’anno nella categoria singer/songwrirers.
Il suo ultimo lavoro è How to Shine, disco affollato di musicisti di alto livello ed impreziosito da una sua versione de Il pescatore di Fabrizio De Andrè. La musica di Jaime Michaels è sempre in bilico tra il folk e il rock, tra l’acustico e l’elettrico. Si ispira a Paul Simon, Bob Dylan, The Beatles, John Prine e Townes Van Zandt. Jaime Michaels ama l’Italia dove viene spesso a suonare ed a registrare i suoi dischi, ma quest’anno per la prima volta suonerà al Sud accompagnato per tutto il tour dal polistrumentista Paolo Ercoli (dobro, mandolino, steel guitar), uno dei pochi Italiani specialisti di questo tipo di strumenti, il quale vanta già collaborazioni con molteplici musicisti, sia Italiani che stranieri, tra cui ricordiamo, Eric Andersen, Scarlet Rivera, Steve Forbert, Doug Seegers, solo per fare alcuni nomi. (in collaborazione con Pomodori Music)

PAOLO ERCOLI

Paolo Ercoli è uno dei rarissimi musicisti italiani a suonare la chitarra resofonica “squareneck”, più conosciuta come dobro, oltre la chitarra acustica, il mandolino e la pedal steel. Attivo da un trentennio, è un session man molto richiesto, non solo in Italia, e da anni porta in giro per il nostro paese cantautori principalmente anglosassoni come tour manager e come collaboratore sul palco. Tra loro ricordiamo Eric Andersen, Annie Keating, Bocephus King, Kevin Welch, Jono Manson, Richard Lindgren, Radoslav Lorkovic, Orphan Brigade, Tim Grimm, Steve Forbert e tanti altri. Dopo essere rimasto sempre in retrovia, finalmente ha portato a termine con pazienza e perseveranza un progetto solista limpido e coraggioso, dedicato alla sua passione per il dobro, dimostrandone la validità non solo in ambito country. (http://www.rootshighway.it)

(in collaborazione con Pomodori Music)

MIMMO EPIFANI & JOSÉ BARROS

MIMMO EPIFANI è considerato dalla critica uno tra i migliori musicisti e conoscitori di musica etnica per le innovazioni tecniche di improvvisazione applicate ai suoi strumenti, mandolino e mandola. Collabora con Eugenio Bennato nel gruppo Musicanova e fonda Epifani Barbers, progetto che riscuote ottimi consensi in Italia e all’estero.

JOSE’ BARROS È tra i più importanti musicisti della nuova musica portoghese e grande esperto di strumenti a corda come il cavaquinho, viola braguesa, bandolim, viola campaniça e la viola da terra. Dirige orchestre tradizionali e festival di musica.

RADICANTO

“Alle radici del canto” è il titolo del nuovo cd e del tour che festeggia i 26 anni di attività dei pugliesi Radicanto. Questo viaggio sonoro e poetico nasce dalla voglia di esplorare attraverso la forma “canzone” in chiave d’autore e acustica la musica del mediterraneo.
Dal folk meridionale al fado, alla tradizione sefardita, agli echi del Sudamerica. Ricerca, rielaborazione e dedizione verso le tradizioni popolari “vive” di tutto il mediterraneo, che hanno fatto dei Radicanto una delle più interessanti realtà musicali in Italia.
Il progetto propone un approccio tutt’altro che filologico alle forme della musica etnica, basato più sulle suggestioni che essa suscita all’ascolto odierno, arricchito d’influenze e sonorità contemporanee. La sensibilità di musicisti provenienti da differenti tradizioni musicali, dà vita a una interpretazione non convenzionale dei canti d’amore e maternità, di lotta e di libertà, di fede e ritualità. La voce è il ponte immaginario che unisce non solo le diverse tradizioni musicali, ma anche la poesia che le attraversa.

Maria Giaquinto canto, voce recitante
Giuseppe De Trizio chitarra classica, mandolino
Adolfo La Volpe chitarra elettrica, chitarra portoghese, oud
Francesco De Palma batteria, bendir, riq, tamburelli, cajon

Claudio Carboni sax

NEIGHBORS: REZA MIRJALALI & SIMONE BOTTASSO

Nel delicato presente storico, crediamo che la musica e l’arte ci permettano di superare le difficoltà, i pregiudizi e le paure con cui i media ci mettono di fronte. Neighbors è un incontro tra la musica dell’Occidente e quella dell’Oriente che mira a creare migliori relazioni di “vicinato” attraverso la condivisione e il riconoscimento dei nostri valori umani e culturali.

Reza Mirjalali tar, oud, voce

Simone Bottasso fisarmonica diatonica

SIMONE BOTTASSO

Musicista, compositore e direttore d’orchestra, Simone Bottasso inizia a suonare la fisarmonica studiando musica tradizionale occitana e francese. Ha studiato fisarmonica con Norbert Pignol, Stephane Milleret, Silvio Peron, diplomandosi anche in flauto traverso classico e jazz presso il Conservatorio G.Verdi di Torino. Nel 2017 si è laureato in composizione jazz, contemporanea ed elettronica presso CODARTS (Rotterdam, Paesi Bassi). Come musicista e compositore, ha collaborato a diversi progetti e con ensemble che fondono musica folk con jazz, funk, rock, musica contemporanea ed elettronica, tra cui Duo Bottasso, Abnoba, Triotonico, The Folk Messengers, Neighbors, DNL e Stygiens . Dal 2015 è membro dei Samurai, quintetto internazionale di fisarmoniche formato da Kepa Junkera, Riccardo Tesi, Dave Munnelly e Markku Lepistu.

REZA MIRJALALI

Il musicista Reza Mirjalali ha iniziato a suonare in tenera età. Quando aveva 7 anni, suo padre, il Maestro Shahram Mirjalali, iniziò a insegnargli Tombak (percussioni persiane) e Tar (strumento a corde persiano). Reza Mirjalali è riuscito a tenere concerti all’età di 14 anni. A 17 anni ha iniziato a fare tournée con suo padre ea collaborare con altre band e musicisti di altri generi. Ha vinto diversi concorsi di musica solista e improvvisazione in Iran. Il suo desiderio era quello di creare un ponte tra la cultura orientale e quella occidentale attraverso la musica. Per questo motivo, nel 2013, si è trasferito in Olanda per studiare World Music in un conservatorio. Nel 2017 si è diplomato al Codarts Conservatorium Rotterdam, Paesi Bassi. Durante la sua formazione al conservatorio, ha tenuto molti concerti in tutto il mondo e ha avuto collaborazioni con molte band e generi come la musica tradizionale persiana, la musica ottomana, il jazz, il pop e un duo con suo padre. Attualmente sta lavorando al suo album.

EDUARDO PANIAGUA ENSEMBLE MUSICA ANTIGUA

L’Ensemble Música Antigua di Eduardo Paniagua, in formazione di quintetto, presenta “I trovatori delle 3 culture ai tempi di Alfonso X il Saggio”. Si tratta di uno spettacolo di medie dimensioni in cui Eduardo Paniagua e la sua schiera di straordinari musicisti ci portano indietro nel tempo fino al Medioevo, ma senza lasciare la penisola. Il brillante repertorio è composto da cantigas di Alfonso X “Il Saggio”, brani andalusi e gharnesi, canzoni sefardite… Trovatori delle tre culture in perfetta armonia e sincronia. Il tutto… eseguito con rigore, bellezza e preziosità. Questo spettacolo è stato recentemente presentato in anteprima al Festival Internazionale di Musica Gharnati di Oujda (Marocco), sponsorizzato dall’Istituto Cervantes, con un grande riscontro da parte del pubblico e dei media marocchini. Uno spettacolo pieno di magia, poesia, lirismo e stimolante energia. I brani sono cantati in spagnolo, galiziano-portoghese, arabo e ladino o giudeo-spagnolo.

Eduardo Paniagua Calderón direttore, flauti, salterio, percussioni, voce

César Carazo cantante, viola

Wafir Shaikheldin oud arabo, percussioni, voce

Pedro Burruezo mondol algerino, voce

Francesco Savoretti percussioni etniche

“Le cantigas hanno molto a che vedere con la storia, con la cultura in generale: questi miracoli della Vergine accadono alle persone più tranquille, persone che hanno anche miracoli personali, con problemi familiari, con la guarigione di malattie, amori impossibili o anche un po’ scandalosi”, aggiunge. L’aspetto letterario è solo uno degli aspetti che spiegano il valore artistico, culturale e storico delle cantigas. “I codici delle cantigas sono molto ricchi di miniature, raccontano in modo visivo, come un fumetto, parallelamente al testo che viene cantato: in questo senso è molto audiovisivo, molto contemporaneo ci sono le immagini, la musica e la poesia”, ha dichiarato Paniagua.

Eduardo Paniagua (nato nel 1952 a Madrid, Spagna) è un architetto e musicista spagnolo, specializzato in musica medievale spagnola. Tra il 1966 e il 1983 ha fatto parte del gruppo Atrium Musicae de Madrid, guidato dal fratello maggiore Gregorio, suonando strumenti a fiato e percussioni. Più recentemente è stato membro fondatore dei gruppi Cálamus e Hoquetus, specializzati nella musica di Al-Andalus (Andalusia araba). Nel 1994 ha creato il gruppo Música Antigua per eseguire e registrare le Cantigas de Santa Maria. Nello stesso anno ha fondato anche il gruppo Ibn Báya Ensemble insieme al suonatore di oud Omar Metioui, per l’esecuzione e la registrazione di musica andalusa. Tra gli altri collaboratori abituali figurano i cantanti marocchini Said Belcadi e Mohammed El-Arabi Serghini e l’oudista algerino Salim Fergani. Paniagua ha anche fondato e attualmente gestisce l’etichetta discografica Pneuma, attraverso la quale ha pubblicato una serie di registrazioni proprie. Alcune delle registrazioni sono riedizioni di precedenti registrazioni di Sony Hispánica o compilazioni di altre registrazioni di Pneuma.

AIACE

Diplomatasi in Canto Popolare presso l’Università Federale di Bahia, Aiace è diventata un punto di riferimento importante per la scena musicale indipendente e membro di quella nuova generazione di cantanti/cantautori brasiliani cresciuta nell’area culturale di bahia.

Il suo è un nuovo linguaggio urbano contemporaneo che utilizza le forme della musica popolare, jazz e pop/rock senza dimenticare le radici profonde della cultura afrobahiana, presentissime nei suoi lavori.

Tra le sue apparizioni nel panorama mondiale della musica ricordiamo: il Festival Psicodália 2019, Musica Mundo 2018, FIMS 2018 – International Southern Music Fair , Atlantikaldia Festival 2018 (Basque Country / Spain), Festival Virada Salvador 2020.

Il suo ultimo lavoro discografico “Amarelocura” è del 2020.

Molti gli artisti brasiliani con cui Aiace ha collaborato in questi anni: As Ganhadeiras de Itapuã, Daniela Mercury, Gerônimo, Lazzo Matumbi, Luiz Brasil, Luiz Melodia, Mateus Aleluia (Tincoãs), Mou Brasil, Munir Hossn, Zezé Motta.

Nella sua musica Aiace canta temi che sono senza tempo, accogliendo l’ascoltatore in un luogo pieno di sfumature e trame, vestito dalla dolcezza, dal ritmo e dalla espressività della sua voce. Un viaggio luminoso nelle sonorità del Brasile odierno.

ENERBIA

Il gruppo Enerbia si dedica da anni all’interpretazione degli antichi repertori musicali italiani ed europei con una particolare attenzione ai rapporti fecondi tra la tradizione colta e quella popolare. I progetti più recenti esplorano le connessioni tra la musica, il paesaggio e le arti senza dimenticare il centro della ricerca del gruppo ovvero la tradizione musicale di quella parte dell’Appennino Occidentale che è stata chiamata delle Quattro Province

Dall’asta del fiume Po tra Lombardia ed Emilia, attraverso i passi appenninici, si giunge a Genova e al mare in un percorso dove quattro regioni – Emilia-Romagna, Lombardia, Liguria e Piemonte – si toccano in valli selvagge e appartate, i “luoghi“ non giurisdizionali “ cantati dal poeta Giorgio Caproni. Fin dall’antichità questi territori connettono il mondo continentale europeo con il Mediterraneo attraverso le antiche Vie del Sale e la Via Francigena con le sue varianti tra le quali la Via degli Abati.

La bellezza di questo repertorio si unisce a una straordinaria vitalità. Presenta numerose forme di danza, canti struggenti, solistici e corali, strumenti originali come il piffero, un oboe popolare e due cornamuse, la piva a due bordoni e la musa ad un solo bordone. Lo strumentario antico è completato da strumenti più recenti come la fisarmonica, il violino e la ghironda. Il repertorio medievale è legato alla presenza dei Trovatori provenzali nelle corti della famiglia Malaspina in Oltrepò pavese e nelle valli piacentine oltre che al patrimonio del Monastero di Bobbio, tra i maggiori centri culturali europei del Medioevo.

Maddalena Scagnelli voce, violino

Nicolò Mandirola fisarmonica

Stefano Buscaglia piffero

Massimo Braghieri arrangiamento e ricerca musicale sui brani

SCARLET RIVERA feat. ALEX VALLE & BORDELOBO

Scarlet Rivera, musicista americana già più volte nominata per i Grammy Awards, ha aperto un varco nel tessuto della storia del rock come pioniera del violino elettrico. Partendo da un background classico, ha evoluto il suo percorso fino ad abbracciare una gran varietà di generi di musica, dalla fusion che mescola rock e jazz, poliritmi latini, alla musica celtica, fino alla new age; la si può considerare perciò una musicista rivoluzionaria.
Bob Dylan è stato il primo a scoprire e riconoscere Scarlet, chiamandola a far parte della crew di musicisti del leggendario album Desire e del tour Rolling Thunder Revue. Dylan riconobbe il genio della visione musicale di Scarlet, considerandola una violinista capace di suonare come il violino alla stregua di una chitarrista solista, costituendo il debutto di Scarlet nel panorama della musica internazionale. La presenza di Scarlet in “Desire” ha fatto da apripista all’inclusione di altri suonatori di archi nella musica rock, segnando di fatto la prima presenza di strumenti ad arco nella musica rock, nonché la prima partecipazione di una donna come musicista di Dylan.

Successivamente, Scarlet ha suonato in altri quattro album del menestrello di Duluth, avviandosi verso una carriera di altissimo livello. Il suo viaggio espressivo, l’ha condotta a contribuire ad innumerevoli registrazioni e performance di artisti di alto livello, tra i quali Tracy Chapman, Eric Andersen, Keb Mo, Peter Maffay, David Johansen, Sylvia Tyson di “Ian and Sylvia”, Indigo Girls e la cinque volte vincitrice di Grammy Cindy Cashdollar. Inoltre, le sue grandi capacità poliedriche le hanno consentito di entrare a far parte anche di altri contesti prestigiosi in contesti musicali i più disparati, quali la Carnegie Hall con la Duke Ellington Orchestra, il Kennedy Center e il Carnevale di Venezia, in Italia. In questo percorso variegato, Scarlet non ha disdegnato la sua produzione discografica, avendo inciso tredici album, l’ultimo dei quali All of me del 2020 è stato nominato ai Grammy, oltre a ricevere recensioni stellari in tutto il mondo.

SCARLET’S DREAM

Scarlet Rivera ripropone alcune tra le pagine più importanti della storia del rock e del cantautorato: una storia fatta anche di incontri, da quello rocambolesco con Bob Dylan che cambiò le sue sorti di musicista e la storia del rock a quello con Dori Ghezzi e la storia del cantautorato italiano, nel denominatore comune rappresentato da Desire, il disco che ha visto la nascita del sodalizio tra Bob e Scarlet, ma che era anche il disco preferito di Fabrizio. Tra questi due momenti, tanti episodi e capitoli artistici ed umani che Scarlet ripercorrerà nel suo concerto.

(in collaborazione con Pomodori Music)

Scarlet Rivera voce, chitarra

Alex Valle chitarre

Bordelobo:

Riccardo Maccabruni tastiere

Andrea Parodi chitarre

Marco Rovino chitarre

WILLOS’ & MASSIMO GIUNTINI

Scritto e diretto dalla violinista Stephanie Martin, lo spettacolo di Willos’ propone canzoni, parole e musiche da danza di uno specifico tratto della cultura celtica, quella dell’Ulster, da sempre crocevia fra l’Irlanda, la Scozia, l’Inghilterra e il Galles. Il repertorio è frutto di un’attenta ricerca che ha attinto a più fonti: alcune canzoni sono poesie del bisnonno di Stephanie, alcune arrivano dal repertorio gaelico irlandese, altre dalle Lowlands scozzesi e uno, datato 1860, è una ballata ritrovata in un cassetto dell’Irish College di Roma. Stephanie è nata a Belfast, ma vive da anni a Siena dove, con la collaborazione di alcuni musicisti toscani, ha dato vita al progetto willos’ che, dal 2001, suona in Italia e Europa una interpretazione originale della musica irlandese.

Questo spettacolo si arricchisce della partecipazione di un grandissimo musicista, Massimo Giuntini, alle uilleann pipes. “IL” maestro italiano della cornamusa irlandese che da oltre trent’anni anni suona musica celtica. Nato in provincia di Arezzo, la sua capacità lo ha portato a esibirsi con Loreena McKennitt, The Chieftains, Vinicio Capossela, Modena City Ramblers, Lou Dalfin e tantissimi altri. La sua musica appare in tante colonne sonore, la più famosa Gangs of New York di Martin Scorsese.

Stephanie Martin violino

Fiona King voce

Lorenzo Del Grande flauto traverso irlandese e flauto basso

Luca Mercurio: chitarra folk e bouzouki irlandese

Giulio Putti bodhràn

special guest Massimo Giuntini uilleann pipes

THE DIGNITY ROAD

The Dignity Road è un viaggio di solidarietà attraverso la musica del Kurdistan e l’esperienza internazionale dei musicisti della Gani Mirzo band. Un patrimonio da tutelare e divulgare, uno spettacolo ricco di vita e di ritmo con sei artisti sul palco. Questa nuova iniziativa e spettacolo musicale è la continuazione di un progetto di solidarietà e sostegno al campo di DUHOK (Iraq) e alla fondazione musicale MIRZO in Kurdistan, per aiutare i bambini che studiano musica per motivarli con l’arte e la musica, di fronte alla desolazione e alla tristezza di vivere in un campo profughi.

Nasce dall’incontro tra i musicisti della GANI MIRZO BAND ed il cantante armeno IBRAHIM KEIVO il progetto THE DIGNITY ROAD – IL PERCORSO DELLA DIGNITÀ a sostegno delle donne curde yazidi, recentemente liberate da Daesh, che si trovano attualmente nel campo profughi di DUHOK, in Kurdistan. Sono tutte donne che sono state trattate come schiave sessuali o ridotte in schiavitù, perseguitate e torturate dallo Stato Islamico (ISIS). Dopo aver subito la prigionia, una volta liberate, le donne devono continuare ad affrontare molti altri ostacoli. Quando tornano nei loro luoghi d’origine, sono psicologicamente devastate perché non solo sono state violentate e ridotte in schiavitù, ma hanno anche assistito all’uccisione dei loro familiari, molti dei quali sono stati portati via. Donne che si sono viste portar via i figli, privati di una parte molto importante del loro futuro.

Ibrahim Keivo voce, bouzouki, saz, jumbush

Neila Benbey voce, percussioni

Gani Mirzo oud, percussioni

Juan José Barreda chitarra flamenca

Josean Martin chitarra, bouzouki

Fran Lasuen violino, percussioni, voce

Ibrahim Keivo proviene da una famiglia armena scampata al genocidio. Il suo canto e la sua musica esprimono con intensità la musica del Jezireh, dove arabi, assiri, caldei, curdi e armeni vivono insieme e condividono canti e musica. La band Gani Mirzo, guidata dal musicista curdo di Barcellona Gani Mirzo, è un gruppo noto per le sue ricerche sulla fusione tra musica orientale e flamenco. Il loro ultimo album CAMPO DOMIZ è dedicato al campo profughi di Domiz, situato nella regione curda del Kurdistan iracheno, dove vivono più di 100.000 persone.

Questa tournèe pugliese sarà impreziosita dalla presenza di un importante artista curdo-americano, LUKMAN AHMAD, che si produrrà in azioni di live painting di solidarietà con il Percorso della Dignità. Nel corso del concerto sarà possibile acquistare le opere realizzate da Ahmad ed aiutare Gani Mirzo nel suo progetto sostegno al campo di DUHOK .

GANI MIRZO

Curdo di nascita e Barcellona d’adozione, Gani Mirzo è stato attratto dalla musica fin dall’infanzia. Pur appartenendo alla comunità curda, la cui musica e cultura erano proibite in Rojava e in Siria, è riuscito a studiare musica: prima al conservatorio di Aleppo e poi a Barcellona. Dal 1994 al 2000, Mirzo ha svolto ricerche sul flamenco presso il Conservatorio del Liceo, con l’aiuto del professor Manuel Granados. Nel 1995, ha creato la Gani Mirzo Band, riconosciuta per la ricerca sulla fusione della musica curda e orientale con il flamenco e il jazz. La carriera musicale di Mirzo si è sviluppata come solista e come membro della band Gani Mirzo Trio. Si è esibito in Spagna, Francia, Belgio, Germania, Olanda, Messico, Marocco, Algeria e Kurdistan. Ha inoltre composto la colonna sonora dei film documentari “Activists in Iraq” di Alberto Artzea e “Vendetta Song” di Elam Caftán, e dello spettacolo teatrale “Le mille e una notte” di Els Comediants. Dal 2014 Gani Mirzo collabora con i campi profughi in Kurdistan (Siria e Iraq). Nel 2018 ha creato un centro musicale a Shingal, nel Kurdistan iracheno, dove vengono insegnati bambini e adulti vittime della guerra e del fondamentalismo islamico. In collaborazione con Musicians Without Borders, dal 2018 conduce una campagna per raccogliere strumenti da portare nei centri musicali del Kurdistan siriano, dove la cultura curda è stata bandita per anni. Nel 2020 nasce Mirzo Music Foundation, con l’obiettivo di formalizzare le attività avviate nel 2014 e intraprendere nuovi progetti come la Khanasore School e i centri culturali nei campi profughi.

Fondazione Mirzo Musica

La fondazione creata da Gani Mirzo è nata dopo la visita di Gani nella sua terra natale, il Rojava, nel Kurdistan siriano. Durante il suo soggiorno ha visitato diversi campi profughi e lì ha saputo riconoscere e valorizzare il potere della ricostruzione musicale. Dopo questo viaggio, con la collaborazione di musicisti senza frontiere, ha avviato diversi progetti di raccolta per l’acquisto e la raccolta di strumenti con l’obiettivo di inviarli nei campi profughi. Allo stesso tempo, ha iniziato a modellare l’idea di creare spazi culturali nei campi profughi e nelle aree devastate dalla guerra dove la cosa “normale” da fare era stare bene, un luogo per la ricostruzione sociale e per aiutare a credere che un futuro migliore è possibile.

Incorniciata nel contesto di una scuola di musica, l’iniziativa della Fondazione Mirzo Musica ha come obiettivo primario quello di contribuire a dare speranza a persone che hanno sofferto gravemente per le conseguenze della guerra. La scuola di musica promuove un ambiente normalizzato in cui i bambini possono concentrare il loro interesse sulla creazione di qualcosa di nuovo, diverso e bello, lontano dalla realtà del loro giorno per giorno. E offre loro una finestra sulla speranza.

LUKMAN AHMAD

Attraverso espressionismo e l’immaginazione, Lukman presenta lo spettro dell’esperienza umana e invita lo spettatore a conoscere un’altra cultura. Da un pennello, musica, danza, risate, sofferenza, compassione e passione, incitano l’occhio dello spettatore a sperimentare la storia di un popolo, un popolo dimenticato e senza una nazione, ma che ha conservato una cultura ricca e piena. Siriano di nascita, Lukman riflette l’esperienza curda e l’esperienza umana. Autodidatta e profondamente in contatto con il suo popolo e con l’intreccio delle culture circostanti, Lukman esprime l’immaginazione e le esperienze con autenticità, lasciando che siano il colore e il movimento a raccontare la storia, sia essa di dolore o di felicità, di contemplazione o di di felicità, di contemplazione o di passione. Combina simbolismo e simbolismo e immaginazione, colore e ritmo, per trasportare lo spettatore nel mondo che ha vissuto e nelle emozioni di cui è stato testimone.

Con oltre 45 mostre in vari Paesi, tra cui Siria, Turchia, Kurdistan Kurdistan iracheno, Svizzera, Libano e Stati Uniti, l’artista si sforza di trasmettere questo spettro di vita. Le gallerie e le esposizioni hanno spaziato da mostre personali come a Washington D.C. con la Foundary Gallery (2012), l’edificio della Voice of America (2015) e il palazzo della Voice of America (2015). America (2015) e la Jerusalem Fund Gallery (2013); e mostre collettive, come la West Branch come la West Branch Gallery and Sculpture Park di Stowe, Vermont (2016), Artomatic nel Maryland. (2016), Artomatic nel Maryland (2012, 2015 e 2016), il Museo d’Arte Ackland con l’Università della Carolina del Nord (2011) e il Workhouse Art Center in Virginia (2014). Virginia (2014), The Jerusalem gallery, Washington DC (2013-2019) e Art fabbrica, VA (2022).

Lukman è arte con uno scopo. Con ogni mostra, Lukman non perde di vista il valore dell’arte e il suo ruolo nell’esperienza umana. Il suo lavoro riflette questo valore come percorso di comprensione di se stessi e del proprio ambiente, come metodo per mostrare l’esperienza curda e per rimuovere conflitti e sofferenze. Scopo, valore e visione, attraverso il simbolismo, l’espressionismo e il colore. Attraverso la sua esperienza, che ha iniziato a cambiare dopo lo scoppio della guerra civile in Siria, in particolare nella lotta contro il terrorismo nella sua regione curda nel nord-est della Siria, cerca di evidenziare le violazioni dei diritti umani durante le guerre. Insieme ai suoi dipinti colorati e alle sue emozioni espressive, il colore nero offre anche offre la tragedia della morte e la speranza insieme nei suoi dipinti attuali. La sua esperienza non dipende solo dall’aspetto estetico ma anche dalla sua dimensione culturale e dalle modalità di utilizzo degli strumenti culturali e cognitivi per fare dell’arte un approccio positivo a una cultura civile basata su valori umani di rispetto e accettazione dell’altro e che va oltre la raffinatezza estetica dell’opera artistica. Collabora con VOA dal 2014.

Group Exhibitions:

  • Jaala 23 at Tokyo Metropolitan art museum
  • ARTfactory Gallery, Manassas. AV, 2023
  • The Jerusalem gallery, Washington D.C. 2019
  • Cosmo – Bernama Kurdi- Koln- Germany 2018
  • Ameriprise Financial- With Amr Mounib- Virginia 2017
  • Syrian Event – Syrian Culture – Washington D.C. 2017
  • Voice of America 75th anniversary (Live painting) – Washington D.C. 2017
  • American Arabesque -City Of Alexandria, Virginia 2016
  • Artomatic –art festival –Maryland -2016
  • The Center Gallery of Unitarian Universalist Church, Virginia 2016
  • Alwan Foundation, New York, 2016
  • The Jerusalem gallery, Washington D.C. 2016
  • Art in Exile, Vermont 2016
  • Art in Exile, Washington D.C. 2015
  • Artomatic 2015, Maryland 2015
  • The Jerusalem Fund Gallery, Washington. DC, 2014
  • Workhouse, Art Center, Lorton, Virginia 2014
  • Arab-American Day -Ronald Reagan Building & International Trade Center –Washington D.C, 2013
  • Workhouse, Art Center, Lorton, Virginia 2013
  • Iraqi Culture Center, Washington, DC, 2013
  • Fourth Annual Kurdish Youth Festival in California, 2013
  • Kurdish Art Festival in Nashville, Tennessee 2012
  • Artomatic, Art Festival- Crystal City, Virginia 2012
  • Fond Del Sol, Visual Arts Center in Washington DC 2012
  • Arlington Arts Gallery  in Virginia 2012
  • Third Annual Kurdish Youth Festival in Washington, DC, 2012
  • The Jerusalem Fund in Washington DC, 2011
  • “The Iraq beyond Conflict” workshop, North Carolina, UNC 2011.
  • Ackland Art Museum, North Carolina, UNC 2011
  • The Art league, Alexandria, Virginia 2010-2011
  • Kurdish Festival of Art in Washington, D.C. in George Mason University 2010
  • A Show of Hands ( Locally Made Craft and Artwork) in Alexandria, Virginia 2010
  • Badrakhan’s 7th Kurdish Festival in Washington DC 2010
  • The new Arts Center in Hasaka, Syria 2010
  • The Culture Center, Afrin, Aleppo Syria 2005
  • Zentrum 5 Gallery, Bern, Switzerland 2004
  • Khan Al-harir Festival,  Aleppo, Syria (2003, 2004)
  • Taha Altaha Museum, Ar-Raqqah, Syria (2003, 2004, 2005)
  • The Russian Culture Center,  Damascus, Syria 2003
  • The Culture Center, Bishineen, Hama, Syria  2003
  • The Culture Center, Masyaf, Hama, Syria 2003
  • The Cultural Center, Afrin, Aleppo ,Syria  2003
  • Khanchy Gallery for Arts, Aleppo, Syria 2002
  • Al-Sharq Gallery, To honor Abdullrahman Drei, Aleppo, Syria 2001
  • Ebla Gallery for Arts, Aleppo, Syria (2001, 2002, 2003, 2006)
  • Feyrouz Shamoun’s Gallery, Zahle, Lebanon (1999, 2000, 2001)
  • The Cultural Center, Hasaka, Syria 1999
  • Kurdish Festival Art and Culture, Qamishli, Hasaka, Syria 1998

 Solo Exhibitions:

  • ARTfactory Gallery, Manassas. AV, 2023
  • Manassas Park Community center.VA,2022
  • ARTfactory Gallery, Manassas. AV, 2022
  • The Jerusalem Fund Gallery, Washington. DC, 2019
  • Lappop gallery – Washington DC 2019
  • Scandinavia House, New York 2018
  • The Jerusalem Fund Gallery, Washington. DC, 2018
  • Syra Art Gallery – Washington D.C. 2017
  • Voice of America – Washington D.C. 2017
  • Gallery of Unitarian Universalist Church of Arlington, Virginia 2015.
  • Voice of America, Washington D.C. 2015.
  • Crossroad Gallery, Virginia 2014
  • Workhouse, Art Center, Lorton, Virginia 2013
  • Margaret W.& Joseph L. Fisher Art Gallery, Virginia, 2013
  • The Jerusalem Fund Gallery, Washington. DC, 2013
  • Foundry Gallery, Washington D.C. 2012
  • Hilton Alexandria Mark Center , Virginia 2011
  • Hasan-Keif Festival, Batman, Turkey 2009
  • Yilmaz Gunay Cinema Gallery, Batman, Turkey 2008
  • D.S.M Gallery, Diyarbakir, Turkey 2007
  • Hasan-Keif Festival, Batman, Turkey 2007
  • Ebla Gallery for Arts, Aleppo, Syria  2006
  • The Cultural Center, Qamishli, Hasaka, Syria 2006
  • The Cultural Center, Ras Al-Ain, Hasaka, Syria 2005
  • The Cultural Center, Hasaka, Syria 2004

STEFANO SALETTI & BANDA IKONA

“Si tratta di musicisti e cantanti con così tanto talento, passione e capacità evocativa… è pura magia“.
Ian Anderson – Folk Roots

Quello di Stefano Saletti & la Banda Ikona è un Mediterraneo ostinato,
combattente, resistente che non si arrende. Ostinato come siamo noi popoli
mediterranei, forti, antichi, testardi. Ostinato come la ripetizione in musica che
diventa stordimento, trance e rituale a cui abbandonarsi.
Il nuovo disco “Mediterraneo ostinato” (uscito nel 2021 per l’etichetta
Finisterre) è arrivato al n.2 della World Music Charts Europe la classifica
internazionale della world music, è entrato nella classifica della Transglobal
Music Chart, è stato finalista alle Targhe Tenco nella sezione dialetto e
lingue minoritarie e votato al n.11 della classifica mondiale dei migliori
dischi di world music usciti nel 2021. E’ diventato così una sorta di manifesto
di un nuovo possibile “Mediterranean Power” nel nome di un passato fatto di
arte, cultura, porti aperti, incontri, scambi che come una grande rete si sono
intrecciati creando nuovi percorsi, storie condivise e una comune anima
mediterranea.
E’ cantato in Sabir, l’antica lingua del Mediterraneo che Saletti ha riportato in
vita dall’oblio della storia per farla rivivere nelle sue composizioni originali che
attingono anche al grande patrimonio della letteratura mediterranea da
Calvino a Pasolini a Alda Merini da Matvejevic a Machado e Kavafis da
Cecco Angiolieri a Rilke al poeta curdo Abdulla Goran.Perché nel Mediterraneo tutto si tiene: le piazze assolate a mezzogiorno e il
buio che accompagna le rotte dei migranti, la gioia e la disperazione, il bene e
il male.
Il risultato è un affascinante folk world-mediterraneo, meticciato, una miscela
ricca di ritmi e melodie, suggestioni e colori che attinge, oltre ai brani
originali, alla tradizione sefardita, araba, balcanica e del Sud Italia.
Il precedente CD “Soundcity: suoni dalle città di frontiera” ha avuto
grandi riconoscimenti in Italia e all’estero: è stato tre mesi ai primi posti della
WMCE la World Music Charts Europe, nella Top ten della Transglobal Music
Charts, disco del mese per la prestigiosa rivista inglese FRoots e per Blogfolk;
nella cinquina finale del Premio Tenco nella sezione dialetto e lingue
minoritarie.
Compagni di viaggio di Stefano Saletti, polistrumentista già fondatore dei
Novalia che suona oud, bouzouki, saz baglama, chitarra, ci sono i musicisti che
da anni fanno parte della Banda Ikona: Barbara Eramo (cantante tarantina,
una delle voci più interessanti della musica world e popolare), Gabriele Coen
ai fiati (grandi ricercatore della tradizione ebraica sefardita), Mario Rivera
(bassista potente e creativo), Giovanni Lo Cascio (percussioni e batteria già
nei Novalia). Saletti, Eramo e gli altri componenti della Banda Ikona effettuano da anni in
Italia e all’estero anche workshop e seminari sulla lingua Sabir, sulle tecniche
esecutive degli strumenti a corda e percussione, sulle tecniche vocali, sulle
contaminazioni, influenze e specificità dei tanti stili musicali del Mediterraneo.

Stefano Saletti: oud, bouzuki, chitarra, voce
Barbara Eramo: voce, ukulele
Gabriele Coen: clarinetto, sax, flauto
Mario Rivera: basso acustico
Giovanni Lo Cascio: drums set, percussioni

FAN CHAABI – ethnic mediterranean music

Fan Chaabi | فن شعبي è un’espressione araba e significa Arte Popolare. La musica dei Fan Chaabi esalta come valore principe la contaminazione, l’incontro fra popoli e culture diverse che ha portato nei secoli all’evoluzione di stili e ritmi che ancora oggi incantano e invitano alla danza: nenie, tarantelle, tammurriate, canti popolari di protesta, danze gitane dialogano e si mescolano nel coinvolgente viaggio che ci conduce a sentire il cuore del Mediterraneo crocevia di civiltà e terra di migranti, passando per la penisola iberica, attraversando il sud Italia ed approdando nei Balcani.

Silvia Lo Sapio voce, percussioni

Michele Bolognese mandolino, tamburi a cornice

Martina D’Amico sax, voce

Davide Prezzo chitarra, voce

Michele Bazzanella basso

MICHAEL MCDERMOTT


Michael McDermott è uno dei migliori cantautori al mondo e forse il più grande talento rock n roll da scoprire degli ultimi 20 anni”. “Michael Mc Dermott mi ha ridato lo stesso entusiasmo verso la musica che avevo quando ascoltavo Springsteen o Van Morrison.” Stephen King

Basterebbero già queste dichiarazioni del grande scrittore Stephen King, per evidenziare la pregevolezza della poetica musicale del cantautore statunitense, i cui testi sono stati spesso citati nelle sue opere. Mc Dermott ha iniziato ad esibirsi nei caffè di Chicago nei primi anni ’90, assimilando elementi della musica irlandese in un sound folk rock americano e metabolizzando l’insegnamento dei grandi cantautori della scena americana, in primo luogo di Bruce Springsteen, John Mellecamp e Tom Petty, aggiungendovi la propria grande qualità di scrittura. Il suo primo singolo del 1991 “A Wall I Must Climb“, dall’album 620 W. Surf, ottenne un discreto successo, raggiungendo il numero 34 nella classifica di Billboard Mainstream Rock; da allora, McDermott ha pubblicato altri 15 album a suo nome– più un live ed una raccolta – l’ultimo dei quali What in the world, pubblicato lo scorso anno. Nel 2013 ha inoltre fondato la band The Westies, con cui a sua volta ha registrato due album.

Nel Corso degli anni è riuscito a guadagnarsi una grande popolarità anche in Italia tra gli addetti ai lavori, esibendosi costantemente nel nostro paese, fino a guadagnare nel 2022 la prestigiosa targa Tenco alla carriera, uno dei pochissimi artisti internazionali ad essersi aggiudicato questo riconoscimento, insieme ad artisti del calibro di Tom Waits e Caetano Veloso.

Michael McDermott chitarra

Heather Horton violino

(in collaborazione con Pomodori Music)

VITO NICOLA PARADISO

Un progetto musicale alquanto originale con musiche descrittive scritte dal chitarrista compositore Vito Nicola Paradiso, che, insieme a tre sui amici musicisti: il flautista Giuseppe Di Gioia, il violoncellista Francesco Zizzi e il pianista Francesco Cassano, presenteranno un programma singolare. Ad arricchire il concerto con dei suoi scritti il poeta murgiano Onofrio Arpino che ha composto testi ispirati alla musica in programma.

Durante il concerto verranno proposte svariate tematiche raccontate attraverso la musica e le parole: l’ambiente, il territorio, le migrazioni e omaggi musicali a diversi musicisti. Un concerto sensoriale alternativo che attraverso le parole e soprattutto la musica, farà viaggiare la mente di ogni singolo spettatore.

Paradiso & Friends:

Giuseppe Di Gioia flauto
Francesco Zizzi violoncello
Francesco Cassano pianoforte

VITO NICOLA PARADISO Chitarrista – compositore

Nasce nel1964 a Santeramo in Colle. Dopo varie esperienze in diversi generi musicali, si diploma in chitarra nel 1987 in qualità di privatista con il massimo dei voti e la lode. Dalla fine degli anni ottanta, e per oltre un decennio, risulta vincitore in numerosi concorsi nazionali ed internazionali. Ha registrato diversi dischi solistici per svariate etichette discografiche e tenuto innumerevoli concerti in prestigiose sale e teatri di città d’arte in Italia, Francia, Inghilterra, Spagna, Olanda, Germania, Scozia, Austria, Belgio, Norvegia, Moldavia, Ungheria, Svizzera, Irlanda e Turchia. Ininterrottamente dal 2012 come interprete, compositore e trascrittore, con un repertorio dedicato alla musica italiana, sta realizzando una serie di tournée in Canada, Messico, Argentina, Cina, Giapponee in diversi stati americani: California, Oklahoma, Washington, Oregon, Massachusetts, Arizona, New York e Indiana. È l’autore del fortunatissimo metodo di base LA CHITARRA VOLANTE, un vero e proprio “Best Seller” della didattica musicale tradotto anche in inglese e portoghese e pubblicato dalla storica casa editrice Curci di Milano. Metodo adottato in numerosissime scuole e conservatori europei, statunitensi e sud Americani. Come interprete, compositore e direttore è regolarmente invitato in tutto il mondo a tenere master class e laboratori sulla sua didattica, in particolar modo con le orchestre di chitarre. Le sue composizioni vengono regolarmente suonate e dirette di illustri interpreti nazionali e internazionali.

Giuseppe Di Gioia. Flautista, compositore, direttore musicale, nonchè ingegnere del suono, ama spaziare dal classico al moderno con grande disinvoltura e maestria, si diploma brillantemente presso il Conservatorio “N.Piccinni” di Bari, sotto la preziosa guida del M° Antonio Minella, perfezionandosi in seguito con maestri internazionali quali A.Persichilli, A. Griminelli, C. Tamponi etc. Inizia la sua carriera artistica giovanissimo suonando in diverse trasmissioni televisive della RAI. Oltre ad essere 1° flauto in diverse Orchestre Italiane, ha inciso per prestigiose etichette discografiche ed edizioni musicali. Nel 2004 presenta il suo primo grande lavoro discografico: “MI TIERRA”, prodotto dalla VIDEORADIO, etichetta discografica dell’Orchestra sinfonica della Rai e distribuito in Italia ed Europa dalla FONOLA Dischi. Nel 2009, grande debutto al Teatro Sistina di Roma come coautore e direttore musicale di svariate opere musicali e successivamente in tourneè internazionale con ben oltre 60 repliche nei maggiori teatri italiani ed esteri. Responsabile e Consulente Musicale della RAI, è autore/produttore musicale del fortunato programma televisivo MUDU’ di Telenorba, ma anche autore e compositore diverse colonne sonore inedite. Dal 2013 al 2018 collabora stabilmente in qualità di ingegnere del suono e responsabile della messa onda musicale televisiva e radiofonica del concertone del 1 Maggio di Taranto. In qualità di direttore d’orchestra ha la prestigiosissima “PHILHARMONIE SUDWESTFALEN ORCHESTRA” per la tourneè mondiale del “TITANIC LIVE CONCERT” prodotto dalla famiglia di Robin Gibb dei Bee Gees. All’attivo più di 150 produzioni musicali realizzate sia in studio di registrazione che live, documentate sul sito www.gdgrecords.it con svariati artisti di ogni genere musicale. Titolare di ruolo della cattedra di Flauto presso il Conservatorio “G. Paisiello” di Taranto, dove è anche docente dei master accademici di I° e II° livello di “Elementi di Tecniche Sonore Digitali e Computer Music”.

Francesco Zizzi Violoncellista. Compie i suoi studi musicali in Chitarra Classica e Violoncello nel 1993presso il Conservatorio Musicale “G. Paisiello” di Taranto, con i M° Giovanni Corsi e Marcello Forte, successivamente si perfeziona in violoncello presso la Scuola di Musica I.C.O.N.O.S di Novara con il M° Flaksman, frequenta i corsi e Master Class di musica da camera con il Maestri Romeo Tudorache F. Maggio Ormezowsky ed il Trio Tchaikovsky con la chitarra Alirio Diaz e Stefano Grondona. Dal 1988 ha collaborato con diverse orchestre nazionali. Dal 1986 al 2000 ha collezionato con Chitarra e Violoncello in oltre 60 concorsi Nazionali e Internazionali 38 Primi Premi Assoluti 12 Primi Premi 10 Secondi Premi etc.. Ha effettuato registrazioni per trasmissioni televisive Rai, Mediaset, radiofoniche per Radio RAI 3, ha registrato diversi dischi con svariate etichette discografiche. Ha effettuato oltre 5000 concerti in Italia ed all’estero, suonando da solista con la Chitarra e in Duo Cello e Piano con la pianista Anna Falcone dal Festival di Spoleto dei ”Due Mondi” (1995) ai Festival di Siracusa, Ivrea, Forlì, Tirana, Durazzo, Losanna, Ginevra , Chabery, Budapest, Festival della Valle D’Itria, Sanremo (oscar tv) etc.. Ha suonato in orchestra in qualità di violoncellista nei recital di numerosi artisti: Canino, Bergonzi, Ormezowsky, Griminelli, Mercelli, Maysk, Milva, Gino Paoli, Rava, Dionne Warwick, Amii Stewart, Lucio Dalla, Antonella Ruggiero, ecc. Ha ricevuto riconoscimenti ed Invitato spesso a far parte delle giurie in concorsi Nazionali ed Internazionali grazie ai meriti di alcuni suoi allievi chitarristi che si sono classificati primi in diversi Concorsi Nazionali Internazionali oggi già docenti sia in conservatori e scuole ad indirizzo musicale. Dal 2018 insegna Violoncello presso l’Accademia Puccini di Crispiano (Ta) E’ docente titolare di Chitarra Classica presso l’ I.C. “G. Grassi” di Martina Franca.

Francesco Cassano Pianista. Nato a Gravina in Puglia (BA), si è brillantemente diplomato in Pianoforte presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari, sotto la guida del M° Maurizio Matarrese. Ha frequentato corsi di perfezionamento pianistico tenuti dai Maestri: Nicola Frisardi, F.J. Thiollier, Alfons Kontarski, A. Ciccolini, Marisa Somma, e lo stesso M. Matarrese. E’ risultato vincitore in diversi Concorsi Pianistici Nazionali. Nel 1998 ha inciso il suo primo C.D. per la PhonoComp di Tribiani (MI), nel 2004 collabora in un nuovo lavoro discografico con l’Organettista Alessandro Parente. Attualmente è in fase di realizzazione il terzo lavoro discografico in cui sono interpretati al Pianoforte alcuni dei più celebri Tanghi di Astor Piazzola. Svolge regolare attività concertistica solistica, in Duo ed in varie formazioni da Camera. Dal 2003 al 2012 ha collaborato in forma stabile con il Violinista Davide Santorsi con cui ha fin ora tenuto vari concerti in Italia e nell’Europa dell’Est, Romania Bulgaria Croazia, Montenegro. Attualmente è docente della cattedra di pianoforte presso la Scuola Secondaria di I grado “Bosco-Netti” di Santeramo in colle.

ONOFRIO ARPINO

Saggista, scrittore, poeta. Laurea in Scienze; PhD in Informatica, Medaglia d’argento al Merito Civile presso Bad Säckingen, Germania. Ha insegnato discipline diverse presso l’Università di Bari e della Basilicata. Ha pubblicato contributi scientifici con l’Editrice La Scuola, 1999; Carocci, 2001; Tecnodid, 2004; Pensa Multimedia, 2009; Atti Nazionale e Atti Internazionali.

Pubblicazioni letterarie: Lettera al buon Dio per il tramite dell’avvocato Michele, Messaggi, 1997, 1998; Impressioni faunistiche, racconti ispirati ai brani musicali di V.N. Paradiso, 1999; A folle. Reperti lessicali, Besa, 2005; Una lettura possibile, in Paràule, Piazza Edizioni, 2008; Mamì. Ottimilibri, 2011 (Vincitore Sezione H del XVI Premio Letterario Internazionale Europa della Universum Academy Switzerland, 2015); Come in un film, La Medusa Editrice, 2017; Metà dell’anima, Associazione Virginia Woolf, 2021; L’edicola delle fiabe, Convivio, 2022, 2023; Maschere, Convivio, 2023.

Ha vinto vari premi letterari, tra cui, nel 2022: Meditterranean Poetry Prize per la commedia Porte e stringhe; 1°premio al concorso letterario “don Tonino Bello”.

FUORI DI BACH

Corrado Bungaro viola d’amore a chiavi, voce

Marco Forgione voce, human beat box

Un nuovo concept, ideato da Corrado Bungaro, dedicato alla musica immortale di Johann Sebastian Bach, con brani scelti dalle Sonate e Partite per violino e dalle 6 Suites per violoncello, trascritti per viola d’amore a chiavi, tra interpretazioni originali, riletture e improvvisazioni sul tema.

Il progetto è incentrato sull’interazione sonora con la voce del beat boxer Marco Forgione, con evoluzioni ritmiche e vocali che dialogano con le corde della viola, in un clima estremamente contemporaneo dove il contrasto tra antico e moderno si fonde in un unico nuovo linguaggio. Dentro e fuori di Bach.

LETTERA A MASSIMO i luoghi affettivi di Massimo Troisi

“Recentemente mi sono trovato a scrivere alcune musiche dedicate a Massimo Troisi. Avevo iniziato ad abbozzarle e mentre lavoravo mi sono accorto che la mia curiosità nei suoi confronti cresceva, tanto da condurmi a ricercare una sorta di mia “pro-spettiva-Troisi”, anche provvisoria, imperfetta, incompleta, che mi aiutasse a migliorare quelle prime idee musicali abbozzate. In tutti i suoi film, nei suoi sketch in solitaria o con La Smorfia, nelle sue interviste e apparizioni televisive, avevo l’impressione che in-contrare la sua maschera fosse più facile che incontrare Massimo Troisi stesso, l’uomo. Nonostante desse l’impressione di essere accessibile, alla mano, mi sembrava che molto lo tenesse per sé. Bluffa, ironizza su tutto, anche su sé stesso, risulta inafferrabile. Eppure, una riflessione, un sorriso e anche una lacrima te la strappa sempre: quando arriva, è capace di far riflettere ed emo-zionare al tempo stesso, in profondità.

Ho quindi continuato a cercarlo facendo domande a chi lo ha conosciuto personalmente: Alfredo Cozzolino, suo amico storico, Carlo Verdone, con cui si è sfidato spesso al cinema, il filosofo Stefano Bonaga, e Anna Pavignano, con la quale Troisi ha scritto praticamente tutti i suoi film. Sono tornato quindi a quei miei primi appunti musicali e ho scoperto che, almeno un po’, il “mio Troisi” era già lì dentro. Dovevo semplicemente fidarmi di quelle note così come delle mie prime impressioni e consegnarle all’arte interpretativa di due magnifici musicisti come Fausto Beccalossi e Claudio Farinone, coi quali collaboro da tempo. Fisarmonica e chitarra mi sono sembrati da subito due strumenti perfetti per restituire quel sentimento, quel timbro “troisiano”.

Si è pensato poi di aggiungere ai miei temi quello de’ “Il Postino” di Luis Bacalov e “Quando” di Pino Daniele, oltre ad alcuni brani della tradizione napoletana che Troisi amava particolarmente, interpretati dalla cantante Maria Moramarco. Lettera a Troisi è quindi una sorta di distillato di questo processo, un viaggio tra i luoghi affettivi di Massimo Troisi: quelli fisici, musicali, poetici, creativi e relazionali. Uno spettacolo di racconti e musica, in occasione del settantesimo compleanno di questo indimenticato attore, regista, sceneggiatore italiano, nato il 19 febbraio del 1953 a San Giorgio a Cremano e scomparso prematuramente a Roma il 4 giugno 1994.” Alessandro De Rosa

Alessandro De Rosa compositore | voce narrante

Claudio Farinone chitarra, chitarra baritona

Fausto Beccalossi fisarmonica

Maria Moranarco voce

INSEGUENDO QUEL SUONO – Una storia di Ennio Morricone

Raccontare Ennio Morricone non significa discutere solamente del suo fecondo e straordinario rapporto col cinema, ma può spalancare ampie riflessioni sulla musica, sulla società e la cultura del suo e del nostro presente. Discutere la modernità, l’oggi. Da questa idea, nasce il progetto “Inseguendo quel suono”, uno spettacolo di narrazione e musica con Alessandro De Rosa, biografo ufficiale di Morricone, le chitarre di Claudio Farinone e la fisarmonica di Fausto Beccalossi. A Novembre 2022 “Inseguendo quel suono” è stato rappresentato in un tour sudafricano di concerti, a Johannesburg, Cape Town e Durban.

Il trio recentemente ha firmato anche lo spettacolo-album “Lettera a Troisi”, andato in onda sulla Radiotelevisione Svizzera Italiana, un viaggio tra i luoghi affettivi del poeta, attore e regista partenopeo. Saranno quindi eseguite anche alcune canzoni napoletane a cui lui teneva molto grazie alla partecipazione straordinaria di Maria Moramarco. E poi la musica tradizionale napoletana fu molto importante anche per gli esordi di Morricone… In che senso? Accorrete numerosi per scoprirlo!

Alessandro De Rosa voce

Claudio Farinone chitarre

Fausto Beccalossi fisarmonica

HIRUNDO MARIS. Arianna Savall Figueras & Petter Udland Johansen

Nel 2009, in Basilea, Arianna Savall e Petter Udland Johansen fondano il gruppo Hirundo Maris, specializzato in musica antica dal Medioevo al Barocco. Il loro nucleo creativo è la musica mediterranea e nordica frutto della loro lunga collaborazione musicale. Come un uccello migratore, ripercorrono le rotte attraverso i mari e la musica che da tempo immemorabile uniscono la Scandinavia alla penisola iberica.  Arianna Savall e Petter Udland Johansen propongono un viaggio musicale attraverso il tempo e lo spazio alternando la musica tradizionale (melodie sefardite, catalane, spagnole, celtiche e norvegesi) a proprie composizioni, creando così un universo di suoni e poesie uniche, combinando con sorprendente naturalezza tanti stili diversi. Sono con i suoni dell’arpa e dell’hardingfele (violino Hardanger), che Arianna Savall e Petter Udland Johansen raggiungono vette espressive e timbriche suggestive ed evocative.

Arianna Savall soprano, arpe gotica e barocca

Petter Udland Johansen tenore, fidula e cetra

Ian Harrison whistle, border pipe, mute cornett, gaita

David Mayoral percussioni, voce

Organizzazione Kino Music srl

ARIANNA SAVALL FIGUERAS

Nel 1992 inizia a studiare interpretazione storica con Rolf Lislevand presso il Conservatorio di Toulouse (Francia) e segue diversi corsi con Andrew Lawrence-King, Hopkinson Smith e con i suoi genitori Montserrat Figueras e Jordi Savall. Nel 1996 rientra in Svizzera per iscriversi a un “Aufbaustudium” di canto con Kurt Widmer presso la Schola Cantorum Basiliensis e si specializza, quindi, in arpe storiche con Heidrun Rosenzweig.Nel 2000 presso il teatro Basel canta per la prima volta l’opera barocca “Opera Seria” (Vienna 1769) di Florian Leopold Gassman, sotto la direzione da Carlos Harmuch. Nel 2002 debutta nel Gran Teatre del Liceu di Barcellona con l’Orfeo di Claudio Monteverdi interpretando il ruolo di Euridice diretta da suo padre, Jordi Savall. Quest’opera è stata registrata in DVD dalla BBC e da Opus Arte, e la critica ha lodato questa rappresentazione come una delle più belle e magiche versioni dell’Orfeo.

PETTER UDLAND JOHANSEN

Nel 1996 ha preso il diploma in canto alla Norges musikk Høyskole con I maestri Ingrid Bjoner e Svein Bjorkoy e nel 2000 ha terminato il post diploma alla Scola Cantorum Basiliensis con Richard Levitt e in seguito, per allagare i suoi orizzonti musicali, ha preso delle lezioni private con il tenore tedesco Hans Peter Blochwitz. Petter Udland Johansen è richiesto sia come interprete di musica antica sia dalla scena dell’Opera e dei musical. Ha preso parte alla produzione di Jordi Savalls dell’Orfeo di Monteverdi al Teatro Real di Madrid e al Liceu di Barcellona, ha interpretato il Re Minosse nell’Arianna di Händels al Teatro Scala di Basilea e il ruolo di Belmonte ne Il Ratto del Serraglio di Mozart al Teatro di Eggenfelden in Germania.

FOLKABBESTIA

Una vera festa itinerante, un viaggio su una sedia a dondolo tra territori balcanici, paesaggi rlandesi e calore pugliese. Da più di vent’anni in giro per lo stivale sono entrati nel “Guinness dei primati” come detentori del record per l’esibizione musicale più lunga del mondo, suonando la stessa canzone per 30 ore di seguito. Ogni loro concerto è un’ immersione nella tradizione italiana, stropicciata con fantasia, ironia e mutazioni stilistiche che spaziano dal folk al rock , dalla canzone d’autore a quella popolare, dallo ska al punk. Se volete lasciar scorrere energia e passione, fatevi travolgere dai Folkabbestia! Il Fricchettone 2.0 è l’ultimo lavoro discografico –settembre 2019- prodotto da NRG coop con il sostegno di Puglia Sound record, anticipato dai due singoli il “Fricchettone 2.0 con Dudu, Fry, Erriquez e Finaz e “Lo facciamo per voi”.

Festaioli, menestrelli e un po’ buskers i Folkabbestia rimangono una certezza consolidata della musica popolare italiana. Detentori dei segreti del folk rock rurale e ruspante, non abbandonano gli stilemi del loro suono multiculturale ricco di fisarmoniche balcaniche, ballate irlandesi e dialetto pugliese. Una festa 2.0 ricolma di solerte allegria che guarda con disarmante ironia le bruttezze del mondo” Simona Ventrella / Rockambula.

Semplicità quotidiana e popolo di ogni giorno, facendo incetta colorata delle tante derive di stile che naturalmente confluiscono ormai da ogni dove. E non è un caso che si passi dal pop rionale alle trame balcaniche con la stessa coerenza con cui per strada si incontrano etnie di ogni mondo“ Claudio Pivi / Mondospettacolo.

Chi non li conosce, dovrebbe recuperare subito, perché i loro concerti sono scalfiti nell’immaginario di tutti come storia comune, ricordi indelebili e giornate infinite di musica e balli sfrenati.” Titti Stomeo /Promoter e Direttore Artistico.

Nice, upbeat music. Love the voice and the instruments. Very original and happy!” Caryn Libring/ Huddington Post.

Lorenzo Mannarini, voce e chitarre

Francesco Fiore, basso

Giorgio Distante, tromba, cori

Michele Sansone, fisarmonica e cori

Nicola De Liso, batteria

SARITA SCHENA TRIO

Il progetto nasce dall’idea di proporre un viaggio tra musica e parole che racconti i “Sud del mondo” ed in particolar modo tra l’Italia e la tradizione del Tango e del Sud America, affrontando un repertorio che spazia da composizioni di autori latini di origine italiana come Piazzolla, Magaldi e D’Arienzo al fianco di autori sudamericani come Bola de Nieve, Gomez, Chavela Vargas. Generi di frontiera, epopee sonore legate a filo doppio dalla storia e dalla vocazione poetica intensa.

Alla voce della attrice-cantante italo-argentina Sarita Schena, venata di intensa malinconia fanno eco le corde di Giuseppe De Trizio e la fisarmonica di Giovanni Chiapparino (il cd è prodotto con Egea Records).

Il proposito di questo progetto è quello di omaggiare nel linguaggio della musica, nel linguaggio dei ricordi, della nostalgia e della memoria storica, tutta quella comunità che oggi si ritrova a doversi confrontare e a dover condividere le medesime difficoltà culturali, legate ad un passato fatto di contaminazioni culturali, di influenze migratorie e di crescita sociale, nonché un futuro che deve basarsi sulla forza e sulla costante ricerca di affettuoso contatto nel passato: musiche di Astor Piazzolla, Caetano Veloso, Mercedes Sosa e dei più grandi autori figli dei “due mondi”.

Sarita Schena voce

Giuseppe De Trizio chitarra classica, arrangiamenti

Giovanni Chipparino fisarmonica

Cantante italoargentina, Sarita Schena nasce nel 1994. A otto anni intraprende lo studio del canto e del pianoforte, successivamente studia presso “Il Pentagramma” di Bari e nel contempo frequenta corsi di improvvisazione jazz. Prosegue lo studio della tecnica vocale con diversi insegnanti e partecipa a numerosi seminari, tra cui l’“Umbria Jazz Clinics” e il “Siena jazz International workshop”. Nel 2018 viene ammessa al Berklee College of Music di Boston. Vincitrice di concorsi nazionali, tra cui il concorso “Igor Strawinsky e il Festival Internazionale delle arti Ruidalsud, è presente nei progetti discografici del batterista F. Accardi e del contrabbassista C. Pace, con i quali collabora sovente. Abbraccia senza riserve l’amore per il tango e la musica sudamericana, i cui colori sono sempre protagonisti dei suoi progetti. Partecipa a diversi festival internazionali di tango in Italia e all’estero. Canta alla venticinquesima edizione del festival internazionale di tango “Valparatango”(Valparaiso, Cile) e collabora col bandoneonista uruguaiano Hector Ulises Passarella prendendo parte a numerose edizioni del festival “Tango y mas” da lui diretto. Collabora assiduamente con musicisti argentini specializzati nel tango e nel 2018 registra parte del suo disco presso gli studi Ion di Buenos Aires, Argentina, sotto la guida del pianista Cristian Zárate. Nel 2019 collabora col cantante di tango argentino Guillermo Fernandez durante il suo tour europeo. Consegue una laurea in letterature e arti. Approfondisce lo studio del jazz e del teatro musicale esibendosi in teatri, festival e rassegne. Collabora con molteplici formazioni, portando avanti progetti di tango, nelle sue diverse sfumature, cosi come Jazz e World Music. Attualmente è impegnata nella realizzazione del suo primo progetto discografico.

LIVIA MATTOS

Nata a Salvador de Bahia/Brasile, Livia è fisarmonicista, cantautrice, sociologa e performer. L’album “Vinha da ida”, con arrangiamenti audaci, testi inventivi e fusioni insolite di radici brasiliane e ritmi oltre confine, ha ricevuto grandi elogi dalla critica. Nel 2022, ha pubblicato il suo secondo album APNEIA, un ibrido di canzoni e strumentali tra cui l’omonimo singolo premiato. Prendendo la fisarmonica come una macchina per respirare, nel disagio dei tempi in cui viviamo, i temi cantati e strumentali di Livia Mattos ci spingono a cercare nuovi modi di pensare e di esistere, liberandoci da tutto ciò che stringe e soffoca.

MARKUS STOCKHAUSEN, MARIA MORAMARCO, FABIO MINA, FRANCESCO SAVORETTI, VITO MAIULLARI: PIETRAFONIE

PIETRAFONIE è un progetto musicale che nasce dall’incontro tra il progetto del duo Savoretti/Mina, (incentrato sulla contaminazione dei linguaggi musicali di tradizione con gli stili improvvisativi del Nu jazz), la cantante e ricercatrice del repertorio tradizionale dell’Alta Murgia, Maria Moramarco, e la visione artistica dello scultore Altamurano Vito Maiullari.

La voce del progetto è Maria Moramarco, da sempre impegnata nel lavoro di recupero e di riproposizione della musica di tradizione orale che arriva a far propri quegli stilémi e modalità canore ormai scomparse, quelle specifiche tecniche vocali di una cultura mai codificata. Riconosciuta come una delle più belle voci in assoluto nel panorama della musica popolare italiana, inizia nel 1976 il lavoro di recupero, di studio e di riproposizione dell’antico repertorio musicale della Puglia centrale riportando alla luce piú di 180 canti. In pietrafonie, la ricerca di Maria sulle espressioni sonore del repertorio agropastorale murgiano incontra lo stile compositivo del duo formato dal percussionista Francesco Savoretti e dal flautista Fabio Mina. I due musicisti legati dallo studio degli strumenti delle tradizioni extraeuropee condividono un percorso musicale che li porta ad approfondire i linguaggi improvvisativi propri del jazz e delle sonoritá della musica elettronica arrivando a definire un percorso che trova compimento nella definizione della formazione denominata threshold.

In Threshold, soglia in Italiano, convivono i due opposti significati etimologici presenti nella parola tradizione, da una parte intesa come tradare cioè consegnare oltre, e dall’altra tradere inteso come tradimento che verrebbe posto in essere nel momento in cui avviene lo stesso atto di passare di mano in mano, di sapere in sapere, di generazione in generazione. In questo cortocircuito tra l’esigenza di indagare e salvaguardare le emergenze culturali dei linguaggi tradizionali in via di estinzione, e capire i nuovi meccanismi di quel tradire atavico, tipico di un sapere che viene trasmesso, che sta il concetto e il nucleo semantico del nuovo lavoro del duo.

Il flautista Fabio Mina e il percussionista Francesco Savoretti utilizzano i loro strumenti cercandone le caratteristiche più nascoste ed estendono le possibilità con elettronica dal vivo, effetti, sintetizzatori, spingendosi oltre i generi, tra improvvisazione e composizione, creando una musica avvolgente, imprevedibile, in cui gli elementi contrastanti dialogano tra loro. È qui l’idea racchiusa nel concetto di Threshold, inteso come Confine/SOGLIA di un nuovo linguaggio artistico che guarda alla tradizione ma si spinge oltre, avvicinandola ad altri linguaggi e varcando il confine di stili precostituiti.

Special guest

Markus Stockhausen trombettista e compositore tedesco.

Markus Stockhausen, tromba solista, improvvisatore e compositore che si trova a suo agio sia nel jazz che nella musica contemporanea e classica, è a livello internazionale uno dei musicisti più versatili del nostro tempo ed è conosciuto come un attraversatore di confini musicali. Il segno distintivo del suo modo di suonare la tromba è il suo tono chiaro e brillante, mutuato dalla musica classica. Per 25 anni ha lavorato intensamente con suo padre, il compositore Karlheinz Stockhausen, che ha scritto numerose opere per lui. Come solista, è apparso nelle sue principali opere musico drammatiche di LICHT sui palcoscenici della Scala di Milano, dell’Opera di Londra Covent Garden e dell’Opera di Lipsia. Molti CD della casa editrice Stockhausen documentano questa collaborazione.

Maria Moramarco voce

Markus Stockhausen tromba

Francesco Savoretti percussioni

Fabio Mina fiati